Futuro incerto per Pomigliano anche dopo il referendum
Il 62 per cento dei 5mila dipendenti dello stabilimento Fiat di Pomigliano ha votato “sì” all’accordo firmato dal gruppo automobilistico torinese e dai maggiori sindacati, con la sola eccezione della FIOM. Il risultato è tuttavia inferiore a quanto lo stesso amministratore delegato Fiat, Sergio Marchione, chiedeva, cioè un’intesa con l’azienda approvata dall’80 per cento delle maestranze. Si sta facendo quindi largo l’ipotesi che il costruttore italiano rinunci a trasferire nello stabilimento campano Pomigliano, dalla Polonia, la linea di produzione della nuova Panda, prevista tra un paio d’anni. A Torino è in corso una riunione del vertice Fiat. Lo si apprende dal sito della rivista AUTO.IT
Tutto sulla storia dell’AlfaSUD la prima vettura assemblata a Pomigliano – MitoAR
Il progetto AlfaSud tra problemi,scioperi e conflitti sindacali – MitoAR
Tutto sullo stabilimento “AlfaSUD” – Wikipedia
CURIOSITA’ –
Durante l’evoluzione dell’Alfasud i metodi di produzione non furono mai validamente sviluppati. Fino al 1984, ultimo anno di produzione, l’Alfasud si rivelò un disastro commerciale sia per il governo italiano che elargiva 50.000 lire per ogni vettura venduta, sia per l’Alfa Romeo.
’Alfasud fu presentata al pubblico al Salone dell’Automobile di Torino del 1971, ma il 1° aprile del 1972, con la produzione in serie della prima vettura, gravi problemi si manifestarono in tutta la loro interezza. Scioperi, conflitti sindacali e ritardi di vario genere interruppero ripetutamente la produzione determinando una qualità quasi catastrofica della nuova automobile.La produttività era pessima. L’Alfa Romeo aveva pianificato l’uscita di 500 vetture al giorno dalle catene di montaggio, e successivamente si prevedeva di passare a 1000 unità. Ma questi numeri rimasero ben lontani. All’inizio della produzione si costruivano solo 70 vetture al giorno. Quando fu lanciata la “ti”, 78.000 “berlina” avevano lasciato lo stabilimento di Pomigliano a fronte delle 175.000 previste.
